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nel
teatro della notte, parla
con la voce del tempo coperta
di polvere e mito. Ondeggia
con il fiato di tenebra sulle
tegole stanche, tra
nuvole smarrite e
gatti in amore. Soltanto
io ti ascolto senza
udirti, le
mie mani toccano le tue parole nel
vento d’estate. Si
nutrono dello sguardo assente dello
spettatore muto tra
i rintocchi del campanile e le schegge danzanti del cielo. Non
c’è alba nel cammino disperso, solo
notte e naufragio, promessa
e inganno, passione
e oblio. Ricominciano
le note della notte, odorano
di pane antico e di
te, amore mio, nel
ventre del sogno smarrito e ritrovato. |
Fabio D'Anna |
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