1. Introduzione

La salute è un bene incommensurabile del quale, finché ci troviamo nello stato di benessere, di rado riusciamo ad apprezzare tutto il valore; spesso, infatti, ci accorgiamo dell'importanza di quel che abbiamo perduto solo dopo che un'infermità ha fatto comparsa nella nostra esistenza alterandola.

Probabilmente, una persona potrebbe ancora fare in tempo a recuperare la piena “forza vitale”, ormai vacillante, solo se avesse maggiore consapevolezza che la comparsa di una malattia non è solamente l'espressione di uno scompenso nell' equilibrio omeostatico (quando non si tratti d una vera e propria resa ad un processo morboso), ma anche un segnale che c'è qualche cosa che va modificato, che nel proprio stile di vita vi sono delle cose errate o non adatte.

Si comprende, sotto quest'ottica, che una vera cura, pure quando si tratti della più organica delle malattie, non può che essere anche una cura, per così dire, dell' anima .

Certamente il sapere medico nella sua pratica applicativa, diagnostica e terapeutica, si è avvantaggiato degli enormi progressi tecnologici attuali, ma purtroppo è vero che la medicina ha perso in generale quella capacità di associare cura del corpo e cura dell'anima che caratterizzava la pratica terapeutica in epoca pre-scientifica.

Lo studio delle variazioni dalla norma ( 2 ) (inclusi i fenomeni paradossi e le diverse anomalie) offre un'inesauribile fonte di conoscenza che accresce le possibilità di prevenzione e di cura. Tutto ciò evidentemente riguarda anche la psicosomatica che, studiando quella mistione, nel nostro essere , tra ciò che “appare come” materiale e tangibile ( soma ) e quel che “non-appare” - e che pertanto, tendenzialmente viene considerato come immateriale ( psiche ) - rappresenta pur sempre un campo per alcuni versi ricco di mistero. Infatti, la possibilità di svelare una realtà che si presenta estremamente complessa è ostacolata dai nostri consueti modi epistemologici per giungere alla conoscenza, che si alimentano di metodologie operative improntate alla scissione e alla separazione (in parti e sottoparti) piuttosto che ispirate dalla teoria degli insiemi .

Umberto Galimberti riesce ad evidenziare in modo sottile ed elegante i problemi di “economia” epistemologica connessi alla relazione mente/corpo :

«il corpo rimette in gioco la sua natura polisemica rifiutando di offrirsi all'economia politica esclusivamente come forza-lavoro, all'economia libidica esclusivamente come fonte di piacere, all'economia medica come organismo da sanare, all'economia religiosa come carne da redimere, all'economia dei segni come supporto di significazioni. In questo rifiuto il corpo sottrae a tutti i saperi il loro referente , e alle economie, che su queste codificazioni hanno accumulato il loro valore, sottrae il loro senso …

…il corpo è ambivalente, è cioè una cosa, ma anche l'altra, per cui: o la decisione del sapere sulla divisione del corpo, o l'ambivalenza del corpo sulla frantumazione di saperi, con conseguente dissolvimento del loro valore accumulato»( 3 ).


Note

1) Kundera M.; L'insostenibile leggerezza dell'essere ; Adelphi; Milano; 1985; p. 48

2) La normalità dell'individuo è concepibile solo dal punto di vista teorico; infatti, dal punto di vista pratico, va considerato “normale” un individuo che rientri, per i parametri considerati, in quello spettro abbastanza ampio di variabili che in un diagramma, derivabile dall'elaborazione della frequenza statistica, occupa la zona mediana.

3) Galmberti U.; Corpo e Psiche , in Atti del Congresso Soma, Psiche, Sema , Ies Mercury, Roma, 1984, p. 44.

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