IN MEMORIA 
DI 
BIANCA GARUFI
 

 


L'estremo saluto di
PSICOLOGIA DINAMICA 
e
LUCIANO PEREZ
 

 

Non è mai semplice scrivere di una persona cara appena mancata, in particolare di Bianca Garufi, spentasi nella mattinata del 26 maggio 2006. Non è stata soltanto la Leucò di Cesare Pavese, anche se questo, da solo, basterebbe a farla ricordare; è stata anche una grande analista junghiana nota non soltanto in Italia, ma in Europa e in America, come testimonia la lunga amicizia con James Hillman, di cui fu appassionata sostenitrice quando ancora era, per molti colleghi italiani, un illustre sconosciuto, e con tanti colleghi di tutto il mondo. I suoi lunghi soggiorni all’estero, in particolare negli USA e in Estremo Oriente, le avevano impresso sul volto una patina di internazionalità con un’affascinante e misteriosa sfumatura esotica: in lei, sicilianissima, sembrava trasparire, volta a volta, un’antica egiziana o una moderna orientale. La avvolgeva una sorta di universalità femminile, di ewig Weibliches, di “eterno femminino”, il che si ritrova nelle sue poesie, pubblicate da Scheiwiller: “Sono stata cavalla/mucca farfalla/Sono stata una cagna/una vipera un’oca/Sono stata tutte le cose mansuete/e ampie della terra...una certezza quadrata...sono stata anche tigre/cima e voragine/strega/sacra e terribile bocca dentata...”. Bianca è stata per molti, con la sua umanità e la sua cultura, una vera femme ispiratrice che alchemicamente trasformava i dubbi in entusiasmo, la viltà intellettuale in coraggio e che riaccendeva e faceva divampare interessi vitali sopiti e messi ingiustamente in ombra dal conformismo di ciascuno, facendo anche generosamente conoscere l’un l’altro i suoi amici. Il cielo è stato benigno con questa mia grande amica nel farla spegnere senza sofferenze e nel donarle, il giorno della cerimonia commemorativa l’indomani della morte, una giornata radiosa quali quelle che, nella sua profonda mediterraneità, amava.

     Luciano Perez

 






PSICOLOGIA DINAMICA

un pensiero ...

 

 

 

Il VOLTO DI PERSEFONE (1987-1991)

a Pierre

Se non la vita

Legna che accende
e si accende e che
riscalda e brucia
e si riaccende e che non
smette di bruciare
riaccendersi per esaurirsi
e per ricominciare ancora
non la tuavita ma la
vita
permanenza universale che
non ha senso che non
ha inizio né fine né altro
scopo che la vita
qui su questa strada
d'asfalto con le sue
due dighe gialle ai lati
o laggiù in fondo al mare
o in alto sulla collina in
cima all'abetaia

Dove
non ha importanza e quando
è solo una
metafora perlacea
con cui
riempi i giorni le notti
l'andirivieni della
tua esistenza
dell'esistenza
così come la concepisci tu
e anche come tu non puoi neanche
concepirla
avulsa 
dallo spazio e dal tempo

la tua inesistenza
l'inesistenza.
                                                                                               
(pagg. 155-156)


BIANCA GARUFI
e il
Seminario Itinerante "L'IMMAGINARIO SIMBOLICO"

 

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