Psicologia di Comunità

 

 

Il turismo culturale quale strumento del City/Province-management nella costruzione sociale del territorio

 

 

Note di community  development 
ai margini del 5° Seminario Itinerante “L’IMMAGINARIO SIMBOLICO”

di Alfredo Anania

 

Localismo e globalismo 
una sfida sostanziale in un mondo in rapida trasformazione

  La più grande rivoluzione prodotta da Internet è probabilmente rappresentata dal progressivo stravolgimento della "valenza del luogo", infatti, nel web - i “vincoli” e le “possibilità” sono identici per ogni persona, ciascun Internet user accede a un "luogo comune", a uno spazio democraticamente fruibile da parte di qualsiasi cittadino del mondo il quale può anche, se lo  desidera, avervi un "insediamento" tramite un proprio sito.

 

     Internet, pur se rappresenta uno dei principali strumenti utilizzati per il processo di globalizzazione, contemporaneamente ha aperto nel mondo un enorme spazio di libertà e di democrazia, che si contrappone diametralmente al rischio della massificazione delle culture, di uniformazione del pensiero, di caduta nell'oblio di luoghi che sono depositari di specifiche tradizioni popolari, di perdita di identità di una cultura e del legame con le proprie matrici che, certamente,rappresentano “beni” unici e irrepetibili da tutelare e tramandare.

    Sotto quest'ottica, paradossalmente, la sfida che si pone al localismo è la capacità da parte della comunità di trovare il modo di sopravvivere al globalismo, di sapere conservare una propria funzione, una propria specificità e la propria identità attraverso le iniziative che valorizzino il patrimonio folklorico, culturale e ambientale. Per altri versi, è proprio attraverso il melting pot culturale - attraverso il contatto e lo scambio con l'Altro, con il diverso, con lo straniero – che la comunità locale ha modo di evitare il pericolo di subire la globalizzazione, perché è dall'incontro culturale con l’Altro che nasce “quel pensiero nuovo” che consente originali modelli di empowerment ed efficaci progetti di sviluppo sociale ed economico. 

Le culture sorgono, prosperano e poi tramontano, senza che noi conosciamo appieno i motivi di questo declino; probabilmente le vere ragioni stanno nella perdita, ad un certo momento storico, della capacità di continuare ad esercitare una vera funzione nella "economia culturale" dell'umanità, ecosistemicamente considerata nella sua interezza. Alcune culture, come la nostra, tipicamente mediterranea, 

conservano ancora grandi potenzialità "lucifere" nel senso che possono continuare a  dare luce, contribuendovi in modo sostanziale, alla “progettazione”, al “programma”, al genio dell'umanità intera, a condizione, però, che non si chiudano in se stesse e nel cieco narcisismo. Non dimentichiamo il messaggio di García Márquez in Cent'Anni di solitudine: «le stirpi condannate a cent'anni di solitudine» non hanno la possibilità di tramandarsi, sono prive di una «seconda opportunità sulla terra», sono inevitabilmente destinate a scomparire!

Bisogna salvaguardare l’Anima del territorio


E’ evidente che la provincia di Trapani, così ricca di vestigia archeologiche e di tradizioni folkloriche, ha tutte le caratteristiche per potersi offrire sullo scenario internazionale, e con un ruolo centrale nel Mediterraneo, quale territorio privilegiato per il turismo culturale. Da questo punto di vista, anche se non è il suo scopo primario, il Seminario Itinerante, sin dal suo esordio 


 

nel 1995, ha cercato di dare il suo contributo, anche attraverso la ricerca di strumenti che consentano il progresso dell'umano senza provocare lacerazioni nell’"anima del territorio", i cui bisogni vanno assolutamente salvaguardati se si vuole tutelare il benessere individuale e quello collettivo.

    

Turismo culturale e sviluppo di comunità

 Ogni buon City o Province-Manager (sempre  che  il  bene comune,  la costruzione sociale del territorio e lo sviluppo della comunità gli stiano più a cuore rispetto agli interessi personali, del partito e delle lobby di potere che lo sostengono), a mio giudizio, dovrebbe tenere in massima considerazione alcune potenzialità connesse al turismo culturale.

Inizierei dal dato meno scontato e cioè dall'importanza del pluralismo, dell'incontro con le altre culture e dello studio delle reciproche matrici proprio quale strumento di crescita e di empowering della comunità locale, sia perché nel confronto con l'Altro abbiamo la possibilità di rispecchiarci, di  narrarci e, pertanto, di acquisire maggiore autoconsapevolezza sociale, sia perché nell'avvicinarci all'Altro e nel farci da esso avvicinare ci rendiamo protagonisti di un'operazione di portata storica proprio in un periodo in cui a livello mondiale si acuiscono, in forma esasperata, i fondamentalismi, le guerre di religione, le reiezioni etniche e così via.

 

Una costruzione dinamica della realtà sociale

 

Il modello dello sviluppo di comunità si fonda sul riconoscimento delle diverse potenzialità e delle risorse intrinseche di una comunità e sulla ricerca dei mezzi per farle levitare, tenendo ben presente che la costruzione sociale del territorio non consiste nel prefabbricare (come purtroppo di solito avviene), calandola dall'alto, una progettualità per il territorio ma nel favorire i cambiamenti e lo sviluppo  

sociale attraverso strumenti psico-sociali idonei a far maturare nella comunità una spontanea e graduale presa di coscienza, a favorire in essa sia la capacità di analisi sociale sia la capacità di inventare nuove soluzioni per il raggiungimento di quel che può essere definito il bene comune; agli enti locali spetterebbe il compito di appoggiare e sostenere le iniziative scaturite dal pensiero collettivo. Pertanto, si tratterebbe di cambiare i modelli con i quali si intende costruire socialmente il territorio, sostituendo la prassi di predeterminare programmaticamente i cambiamenti (approccio sinottico-razionale) - che dà per scontata (o finge) una causalità lineare nelle problematiche sociali - con la prassi fondata su un "approccio concertativo" vale a dire una progettazione "partecipata" in base alla quale ad ogni attore sociale viene riconosciuto uno spazio di autodeterminazione e un diritto di concertazione; modello, quest’ultimo, che presuppone anche delle verifiche periodiche sullo stato di realizzazione dei progetti e la possibilità di un’eventuale loro revisione alla luce dei risultati sino ad un dato momento raggiunti. Il modello "concertativo” pone le basi per una costruzione dinamica della realtà sociale. La filosofia di base degli enti locali dovrebbe ispirarsi, pertanto, al principio di agire essenzialmente da supporter alla costruzione della propria Polis da parte della comunità locale.

 

Community development ed empowerment del territorio

 

È chiaro che al centro del Community Development deve essere posto il modello economico e un adeguato management per obiettivi

                                             Nell'ipotesi, per  fare  un  esempio,  che una comunità decida che possa essere utile incrementare il turismo nel proprio territorio organizzando determinate
manifestazioni di un certo rilievo, è indispensabile che l'avvio dei progetti sia preceduto da 

una valutazione delle risorse locali, della compatibilità ambientale  e  culturale, del  rapporto costo/benefici e, inoltre, che le realizzazioni siano monitorate in itinere attraverso gli indicatori predeterminati nella fase progettuale. Sembra essenziale che il city-managment o il community-management sappia dare sviluppo ad una programmazione di attività - derivata dalle indicazioni concertate dalla comunità - che, nell'impiegare risorse finanziare e risorse umane, tenga conto dell'esigenza tanto di apportare un generale beneficio economico e commerciale quanto di incrementare il prestigio del luogo, attraverso dei progetti del tutto originali. In ogni caso, il city-management dovrebbe orientarsi primariamente verso quelle realizzazioni che risultano più confacenti alle tradizioni del territorio.

                                                  In definitiva, in un momento storico in cui l'intreccio tra economia e cultura tende a rafforzarsi sempre più e in cui le valutazioni budgetarie devono accompagnare le scelte programmatiche della comunità attraverso le istituzioni pubbliche locali, può essere utile fissare alcuni punti essenziali ai quali dovrebbe utilmente ispirarsi qualsiasi iniziativa e/o  

realizzazione sviluppata con mezzi economici pubblici che intenda  favorire lo sviluppo della comunità locale e il suo empowerment
a) impiegare le risorse umane e ambientali presenti nel territorio; 
b) valorizzare l'identità del luogo (in accordo, pertanto, con la tradizione); c) utilizzare tecnologia d'avanguardia e/o innovativa, che risulti qualitativamente ottimale; d) produrre benessere economico (verificato) per l'intera comunità; e) promuovere l'“immagine” della comunità a livello nazionale e, se possibile, a livello internazionale; 
f) favorire l'incontro e lo scambio con gente appartenente ad altre culture (anche tramite l’incremento dell'afflusso turistico); g) coordinare tra loro le iniziative più prestigiose e assicurare loro continuità.

       

 

La Costruzione Sociale del Territorio ai margini dell'esperienza del 5° Seminario Itinerante L’IMMAGINARIO SIMBOLICO

 

La comunità deve sentirsi pienamente partecipe delle iniziative

  

Il 5° Seminario Itinerante, rispetto alle precedenti edizioni, ha registrato una maggiore partecipazione della comunità locale che ha “sentito”, se così si può dire, più “sua” la manifestazione, meno riservata agli specialisti del settore e, pertanto, ha preso gusto ad assumere una parte attiva durante i vari seminari, contribuendo pienamente all’elaborazione di un discorso psico-antropologico (secondo il  

modello da noi sviluppato per approfondire gli aspetti delle matrici culturali che sono a fondamento del Sé Storico); tutto ciò, probabilmente, anche per il coinvolgimento di diversi prestigiosi Club Services e Associazioni Culturali, operanti nel territorio.

 
I progetti devono privilegiare la dimensione interculturale

 

Sin dal suo esordio, nel 1995, il Seminario Itinerante "L'Immaginario Simbolico" ha cercato di realizzare un set che facilitasse l'incontro tra scuole di pensiero, appartenenze scientifiche e mondi culturali diversi.  La quarta edizione, realizzata nel 1998, avente per sottotitolo «Da Mothya a Cartagine - "Sulla Rotta dei Fenici"», ha rappresentato il prototipo della direzione verso cui intende svilupparsi “l'anima 

pluriculturale” del Seminario Itinerante  "L'IMAGINARIO SIMBOLICO". Quest'anno, in particolare,  si  è riusciti a espandere ulteriormente l'intreccio tra appartenenze, saperi e mondi culturali chiamando a partecipare al Seminario e a condurlo, oltre ad accademici di psicologia, psicoanalisti e gruppoanalisti, anche pedagogisti, amministratori di enti locali, educatori, archeologi, ambientalisti, storici, artisti musicali e di teatro, poeti. 

 

Necessità di maggiore devolution al Terzo Settore

Il territorio deve essere empowerizzato  proprio conferendo un più ampio ruolo al Terzo settore; ciò per tre ordini di fattori. Innanzitutto,  perché il Terzo settore può rappresentare, come sostiene Jeremy Rifkin (in “La rivincita della diversità”, Il Sole-24ore , Milano, 2001, p. 7), un baluardo contro il prosperare del «quarto settore costituito dall'economia sommersa del mercato nero e della cultura criminale».

In secondo luogo, rafforzando le diverse organizzazioni operanti a livello locale (le CSO : civil society organization) si favorisce «la ricostituzione di comunità locali forti» in grado di recuperare quei valori della vita e della vita sociale che si contrappongono «all'appiattimento delle diversità dovute alla globalizzazione». Infine, trattandosi in genere di associazioni non-profit, si ottiene l'immediato ritorno a cascata per tutta l'economia locale in contrapposizione alle tipiche speculazioni capitalistiche dell'imprenditoria privata. D’altro canto, è noto che il Terzo settore «rimanda ad aspetti, quali una grande ricchezza di soggettività e operatività, legati ad un complesso di risorse, materiali e immateriali, messe in campo in termini di solidarietà attiva, di relazionalità e autorganizzazione, di imprenditività cooperativa e sociale, che ne fanno una grande e diffusa realtà in crescita, caratterizzata sempre di più anche per il dato occupazionale che esprime» 
(in http://www.progettoquasar.it/terzosettore). 

    Si immagini quanto importante possa essere per tutta l'economia locale e per la valorizzazione dei prodotti locali un adeguato planning di iniziative il cui obbiettivo sia lo sviluppo del turismo culturale (attività che non comporta alcun inquinamento eco-ambientale), a patto che si configuri in forma stanziale e non semplicemente di transito e a condizione che la realizzazione dei progetti sia affidata ad imprese a finalità sociali: si aprirebbero numerosi sbocchi occupazionali soprattutto per le generazioni più giovani.  

 

Il coinvolgimento dei giovani


Oggi appare sempre più difficile trovare un genuino coinvolgimento e un'entusiastica partecipazione dei giovani ad iniziative che non fanno parte del loro "mondo" abituale e dei loro "miti". Probabilmente ciò è dovuto ad una sana diffidenza da parte di intere fasce generazionali che si sentono escluse, poco valorizzate, tenute in parcheggio in attesa di fatiscenti posti di lavoro, depowerizzate dai modelli e dai modi   

di gestione del potere da parte  dei  più  anziani.  Talora, quando il contesto, come è avvenuto in occasione del 5° Seminario Itinerante, si dimostra genuino, sano e aperto dal punto di vista relazionale, arricchente dal punto di vista esperienziale e conferente paritaria dignità a ciascun partecipante, indipendentemente dall’età o dal ruolo sociale e così via, può avvenire che i giovani partecipino numerosi, si appassionino, si donino, diano il loro contributo personale e giungano finanche a prestare senza alcun compenso la propria opera professionale e artistica: per esserci, per far rimarcare la loro presenza all'interno dell’evento, per assaporare da co-protagoinisti un clima speciale, un'atmosfera umana inconsueta, priva di barriere generazionali; tutti insieme a sviluppare un discorso, un pensiero, un sentire, un immaginario, seduti per terra o sulle pietre, a partire dalle pietre che raccontandoci di un passato numinoso aprono alla speranza di un futuro meno buio.

     

La dimensione healing del turismo culturale
 

 

Ai nostri giorni, il turismo rappresenta una delle principali fonti di business per le grandi multinazionali impegnate nell'industria vacanziera di massa. Si potrebbero enumerare le innumerevoli forme di svago, relax, divertimento, viaggio che si offrono all'uomo post-moderno per interrompere il frenetico ritmo della vita di ogni giorno ed evadere verso un posto più o meno lontano dal luogo dove egli ha fissato dimora. Per fortuna, stanno cominciando a sorgere scuole che 

insegnano l'arte del viaggiare e,  probabilmente, hanno  la funzione di restituire alla persona  il piacere della scoperta personale dei luoghi e della gente che vi abita o della civiltà che un tempo vi si erano insediate; recuperando il gusto di soffermarsi, riflettere, immaginare secondo i tempi e le esigenze personali, secondo il proprio sentire e lo stato d'animo del momento; magari prendendo appunti su quel che si sta sperimentando interiormente, scrivendo un diario di viaggio o fissando su alcune foto l'immagine di quel che, durante il tragitto, ha fortemente emozionato o, perché no, trovando l'ispirazione per buttare giù alcune rime poetiche.

Un vero viaggio è anche un percorso nella propria interiorità, nel proprio passato, nel proprio presente, e nel proprio futuro; ha una forte valenza simbolica, pertanto, comporta sempre un processo di trasformazione personale, è questo il motivo per cui un luogo già noto non si presenterà mai lo stesso di prima ogni volta che vi si farà ritorno; è per questo che Mothya, prescelta quale luogo dell'eterno ritorno per il nostro Seminario   

Itinerante, ogni volta è sempre un luogo nuovo, poliedrico come la natura umana,  ricco di mistero come la notte dei tempi, catartico come la tragedia greca, ristoratore come la musica sinfonica, romantico come ogni luogo dove si sposano natura e cultura.

Il Seminario Itinerante "L'IMMAGINARIO SIMBOLICO" è come una droga, se prima del suo inizio le numerose giornate in cui esso si snoda sembrano eccessive, poi, quando sta per volgere al termine, si vorrebbe che non avesse mai fine, si vorrebbe continuare a percorrere insieme agli altri partecipanti i rimanenti luoghi della provincia di Trapani che avrebbero meritato d'essere inseriti nel programma. 

 

Tutti insieme perché per sei giorni, working in progress, il  gruppo riscopre un senso di benessere comune ed emozioni insolite, forse per il cortocircuito che si viene a creare tra le radici del nostro Sé Storico e il mondo contemporaneo sotto il potente stimolo creato dalla suggestione dei luoghi che si prestano all’incontro. Anche perché, come mi ha scritto una gentile e creativa signora, la partecipazione al Seminario Itinerante dà la “sensazione di una comunità raccolta, ricca di misticità” che fa sperimentare un senso di particolare benessere. Le ho risposto che se eravamo riusciti, attraverso l’attivazione del “mondo immaginale”, a “toccarla nel profondo” e a far sentire l'anima, e se tutto questo l’aveva fatto stare bene, ne eravamo felici: era la più bella ricompensa per le nostre non lievi fatiche!

___________________________________________________________________________

Credits: Comune di Marsala, Comune di Calatafimi, Comune di Castelvetrano, Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali della Provincia di Trapani ,
A. USL N.9 di Trapani,
Associazione Medico-Chirurgica Lilybetana,
Centro Siciliano Sturzo di Palermo, Fondazione Whitaker Palermo, 
Rotary Club di Marsala, Sporting Club Marsala, Azienda agricola biologica Titone, Cantine Carlo Pellegino.
___________________________________________________________________________

   


Questo articolo viene pubblicato contemporaneamente su questo sito e sul settimanale "Il Vomere"
 

 


Vedi alcuni video del 5° Seminario Itinerante 
"L'IMMAGINARIO SIMBOLICO"

home

 

*******************************



01 January 2006©www.psicologia-dinamica.it

 

Reproduction is prohibited in whole or in part