Francesco Mercadante è docente di Laboratorio di Scrittura Italiana presso la Facoltà dei Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo. Ha già insegnato Psicodinamica della Scrittura, Sociologia del Lavoro e Sviluppo delle Capacità Relazionali.  Svolge anche attività di consulente editoriale. La sua precedente pubblicazione è: Il soffio della Grande Madre (ed. Edarc; Firenze; 2006).

 

 

   Assenza Narrante
   Laboratorio della funzione del linguaggio 

"Allo stesso modo in cui, nel sogno, ciascuno di noi fa "esperienza" della propria identità originaria, benché ciò avvenga per spostamenti di significati ed elaborazioni secondarie, così nella scrittura, l'Io scrivente si scompone nei volti di protagonisti e deuteragonisti e si ricompone, a poco a poco, nel climax finale. Dire “è rosso” non è lo stesso che dire “mi sembra rosso”. Un cervello dice le stesse cose che direbbe una macchina, se sostituita ad esso?"
(dalla Quarta di copertina)

I curatori Giorgio De Isabella, Licia Reatto e Salvatore Zavaglia costituiscono, insieme a Gabriella Gambardella e Salvatore Panzera, la Commissione Sanità dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia. Sono professionisti che operano da tempo, con funzioni organizzative, cliniche e formative, nell’ambito della Sanità Lombarda.

    
      La psicologia tra ospedale e territorio


    "
La figura dello psicologo all'interno della realtà sanitaria italiana si sta affermando sempre più. La Commissione Sanità dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia ha ritenuto opportuno raccogliere nel presente volume il contributo di professionisti del settore, allo scopo di delineare proposte per il futuro, alcune delle quali illustrate in questo testo. Il volume, in particolare, introduce alcune attuali tipologie di intervento psicologico più innovative, quali, ad esempio, gli interventi precoci, quelli in condizioni di emergenza e gli interventi a supporto delle cronicità e della prevenzione delle ricadute.  

(by Centro Scientifico Editore)

Camilla Pasqualini, laureata in Pedagogia e attualmente insegnante di Scuola dell'infanzia, ha un'ampia formazione ed esperienza relativa all'applicazione del mezzo informatico alla didattica e ha elaborate numerosi progetti per la Scuola dell'infanzia e la Scuola primaria; da anni conduce percorsi di formazione per docenti sul rapporto tra multimedialita e insegnamento. Collabora inoltre alla rivista di aggiornamento e didattica per docenti di Scuola dell'infanzia «Progetto tre-sei Gulliver».

    
      Le fate nel PC:
      Didattica multimediale e globalità dei linguaggi


    "
Questo volume propone un percorso didattico dedicato ai bambini e alle bambine della Scuola dell'infanzia/finalizzato a stimolare socialità, creatività, abilità espressive e cognitive anche in vista dell'ingresso nella Scuola primaria.

Tale percorso, utilizzando come filo conduttore un immaginario «Mondo delle Fate», per la p6ma volta coniuga l'uso delle Nuove Tecnologie con il metodo della Globalita c;!e1Linguaggi (ideato da Stefania Guerra Lisi). Tale metodo, ricorrendo alla t. e~iK dei quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco), diviene indispensabile per leggere la storia corporeo-sensoriale di ciascun bambino e, dunque, per entrare n~l/suo mondo, ascoltandolo e sostenendolo. 

Il testa suggerisce variegate stimolazioni ed esperienze che utilizzano differenti linguaggi, partendo da quelli corporeo-sensoriali fine a quelli multimediali, utilizzando la danza, il gesto, il canto, il suono, la pittura, la scultura, l'immagine, la parola ... per ricercare e valorizzare le risorse comunicative di ognuno.  

Il comune denominatore e l'elaborazione di ogni esperienza attraverso il computer - in cooperazione con l'insegnante - e la creazione (dettagliatamente documentata con consigli operativi e numerose immagini a colori) di un multimedia gestito dai bambini stessi, che racconta l'avventuroso viaggio nel Mondofatato ed e molto utile, tra l'altro, a stimolare l'apprendimento della letto-scrittura.  

Si tratta dunque di un valido strumento didattico, che dara sorprendenti risultati nello sviluppo di competenze sociali, percettive, cognitive e metacognitive, ma anche dell'autostima e della percezione di se e dell'altro. E inoltre utile all'adulto per una lettura dei comportamenti espressivi e comunicativi, delle sviluppo psicomotorio e della creatività dei bambini.

 Il progetto è adatto anche a bambini con difficoltà cognitive, comportamentali o di linguaggio, e si rivolge agli insegnanti della Scuola dell'infanzia e della Scuola primaria (prime classi), agli insegnanti di sostegno, a studenti e tirocinanti di Scienze della Formazione Primaria e ai genitori". 

(by Del Cerro publisher)

Andrea Mannucci è docente di Pedagogia della comunità e di Pedagogia della marginalità e della devianza presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Firenze


L'emozione fra corpo e mente: 
educazione,comunicazione e metodologie

La cultura occidentale, ancora oggi, spesso tende a «dimezzare» l'individuo insegnandogli fin da piccolo che l'intelligenza è una cosa e le emozioni sono un'altra, che il corpo è separato dalla mente per sostanza e importanza.

Questo nuovo volume, che riprende e amplia il precedente Comunicare con la mente e il corpo arricchendolo di numerosi saggi e aggiornamenti, riflette sul ruolo della dimensione corporea ed emotiva in diversi ambiti della vita (specie in campo educativo e terapeutico), nella prospettiva di ride finire un approccio metodologico che riconosca all'individuo un carattere di unitarietà.

I numerosi saggi qui raccolti, differenti per ambito ma accomunati dalfil rouge di una riflessione pedagogica e formativa inedita, sono strutturati in tre sezioni tematiche. La prima indaga l'aspetto emozionale in una prospettiva storica e filosofica attraverso l'antropologia, l'arte e la teoria psicoanalitica.

Nella seconda sezione si pone, invece, particolare attenzione al valore dell'emotività e dell'espressione corporea in relazione alla disabilità: si parla ad esempio di sessualità e affettività, di sport, di danzaterapia.

La terza, infine, compie un significativo approfondimento sull'autobiografia - come strumento di espressione, ma anche didattico-metodologico - e propone una lettura del binomio corpo-mente, anche attraverso un'analisi della produzione cinematografica sul tema.

Tutti i contributi si snodano su tematiche significative dal punto di vista pedagogico, filosofico, esperienziale, con riferimenti ad aspetti culturali ed epistemologici e con ampie bibliografie ragionate che offrono importanti spunti per approfondimenti e ricerche. Il volume risulta dunque utile ai docenti, studiosi e laureandi in Scienze della Formazione, Psicologia, Servizio sociale così come agli insegnanti, agli educatori professionali, agli psicologi e agli operatori del sociale.

(by Del Cerro publisher)

Julia Kristeva è nata in Bulgaria nel 1941, lavora in Francia dal 1966 e insegna all'Università Parigi VII.

Non ha aderito a nessun gruppo femminista, pur usando elementi del marxismo, dell'elaborazione di Freud e di Lacan e del metodo post­strutturalista per i suoi lavori di filosofia del linguaggio e di letteratura. Ha pubblicato molti saggi.

    
      Poteri dell'orrore. Saggio sull'abiezione


    "C'è nell'abiezione una di quelle violente
e oscure rivolte dell'essere contro ciò che lo minaccia e che gli pare venga da un fuori o un dentro esorbitante, gettato a lato del possibile, del tollerabile, del pensabile. Vicinissimo ma inassimilabile". Con queste parole l'autrice avvia la sua analisi sull'abiezione che affronta sotto diversi punti di vista. Nella dimensione storica, attraverso la mitologia greca, nell'arte, come nell'opera di personaggi quali Dostoevskij, Céline, Proust, Borges, Artaud, Joyce, Scoto e Bataille. 
     Per citare alcuni esempi, secondo Julia Kristeva l'abiezione del nazismo si esprime nel momento in cui la morte finisce per confondersi con le forze che dovrebbero salvare l'uomo dalla fine. 

     Nell'opera di Dostoevskij l'abietto è la ragione di un'esistenza sprofondata nel baratro, laddove non c'è limite né assoluto. Ma a un livello più basso, per lo scrittore russo l'abiezione sessuale, morale o religiosa si manifesta come crollo delle leggi paterne. In Proust l'abiezione è, invece, il risvolto immondo della società. 
     L'abiezione è anche l'altra faccia dei codici religiosi, morali e ideologici che diventano spesso lo strumento più adatto per esercitare il controllo sull'uomo ... 
     Quando Julia Kristeva mette a confronto dolore e orrore, assume allora particolare rilievo lo studio dell'opera di Céline. "Il racconto celiniano è un racconto del dolore e dell'orrore ... tutta la posizione narrativa sembra comandata dalla necessità di attraversare l'abiezione di cui il dolore è l'aspetto intimo
e l'orrore il volto pubblico ... L'abiezione è bordata di assassinio, l'assassinio è frenato dall'abiezione". 

(by Spirali publisher)

 

L'avviamento al lavoro di una persona con disabilità mentale richiede un percorso di formazione che deve essere attentamente progettato e modulato sull'individuo.


DAL SEGNO AL SIMBOLO 


di
Luigi Prosdocimo  

 

 

Insegnare un mestiere non è soltanto "insegnare a fare"; fondamentale è infatti che la persona abbia acquisito la consapevolezza dei meccanismi e del fine di ciò che fa: un approccio male impostato, che non tenga conto dei processi cognitivi e dei tempi di apprendimento, finirà per fornire contenuti "non assimilabili" e dunque superficiali, con la conseguenza di rendere "abili" a compiti sottodimensionati alle reali potenzialità dell'individuo.

L'autore - sulla base di trent'anni di esperienza nel lavoro con persone disabili - applica tale principio alla conduzione di un laboratorio artigianale nell'ambito di un Centro Educativo Occupazionale Diurno, documentando dettagliatamente la progettazione, le attività, la metodologia, i riferimenti teorici.

Egli illustra come sia possibile programmare interventi formativi che permettano al disabile di percepire completamente un compito e di dare significato alla sua soluzione, agganciando via via nuove richieste a ciò che ha già appreso a fare, evitando così frustrazione e rifiuto. Si tratta, nello specifico del laboratorio creativo, di sviluppare - attraverso la pratica - l'attività mentale della figurazione, ovvero la capacità di costruirsi l'immagine mentale - astratta - di un oggetto, in modo da comprenderne la struttura ed essere in grado di ri-produrlo in forme sempre più articolate.

 

Allenarsi a ragionare per astratto, a risolvere problemi, a padroneggiare una tecnica sono elementi che trascendono l'esperienza lavorativa per influenzare positivamente molti aspetti della vita. Il mestiere da imparare funge in questo modo tanto da guida didattica quanto da obiettivo formativo globale

Le indicazioni teoriche e operative che questo testo fornisce potranno essere esportate in diversi contesti e si dimostreranno utili a operatori, educatori professionali, insegnanti di sostegno, progettisti della formazione.

Luigi Prosdocimo, ceramista, ha partecipato a numerosi concorsi ed esposto in mostre prestigiose tra le quali la Biennale Internazionale d'Arte di Venezia e il Concorso Internazionale di Gualdo Tadino. Da trent'anni si occupa di terapia occupazionale e        arte-terapia con persone disabili e conduce attività di formazione per operatori del settore. Ha progettato e tuttora conduce i Centri Educativo Occupazionali Diurni della Cooperativa Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza (TV), all'interno dei quali ha maturato il suo progetto educativo.

 

La linguistica dovrebbe occuparsi del linguaggio e la psicanalisi dell'inconscio, ma se capita anche l'inverso la cosa diventa davvero interessante ...

«Se il novecento ha visto la nascita della linguistica e della psicanalisi, oggi Michel Arrivé le intreccia percorrendo la ricerca dei principali studiosi di linguistica e di psicanalisi. Ciascuno si trova, parlando, a errare, a sbagliare, a fare sviste, a dimenticare, a sognare; nessuno ha la lingua sempre pronta per l'uso, anzi l'uso comporta equivoco e malinteso. Da trent'anni Arrivé studia i rapporti fra linguaggio e inconscio» (by the Publisher).

 

«Per affrontare i problemi delle relazioni fra linguistica e psicanalisi, quindi tra linguaggio e inconscio, ho seguito - in successione - due metodi. Il primo è di carattere storico. Nella storia incrociata di entrambe, infatti, è facile intravedere due filiere: Freud e - per tramite di Lacan - Saussure nel campo della linguistica e Pichon (che unitamente a Damourette domina la linguistica e la psicanalisi in Francia tra le due guerre) nella connessione operata da Lacan all'opera di Freud. Il secondo è di carattere più teorico, riconducibile a tre questioni: il problema del senso opposto delle parole, luogo privilegiato del confronto tra l'approccio dei linguisti e quello degli psicanalisti; la riflessione lacaniana sui differenti oggetti colpiti dalla negazione; infine il tema dello stile, nel senso di come viene praticato e come viene teorizzato da Lacan. Il tutto, in base ad un inventario vasto e segmentato di argomenti menzionati, introdotto da un capitolo descrittivo del paesaggio teorico delle relazioni tra linguistica e psicanalisi» (estratto dalla premessa di M. Arrivé)

 

Michel Arrivé è professore di linguistica all'Università di Paris-Nanterre. Autore anche di romanzi e novelle, conta fra le sue opere di linguistica e di semiotica: La grammaire d'aujourd'hui, guide alphabétique de linguistiquefrançaise (Flammarion 1986); Réformer l'orthographe? (Puf 1993); Lire Jarry (Complexe e Puf 1976). Dirige la nuova rivista "Langage et inconscient".  
 

In copertina, opera di Aleksej Vasil'ěvic

THE RUPTURE OF TIME
Synchronicity and Jung’s Critique of Modern Western Culture

di RODERICK MAIN
Brunner-Routledge Pbl., Hove-New York 2004

Perché l'idea di Sincronicità era così importante per Jung?
La teoria di Jung sulla sincronicità rappresenta una sfida radicale ai principali assunti della moderna cultura occidentale. Ancora oggi appare una delle concezioni teoriche elaborate da Jung più affascinanti ma più difficili da comprendere; con questo libro l'Autore vuole chiarificare quello che realmente Jung volle significare adottando il termine sincronicità.

L'intento di Roderick Main non è soltanto quello di evidenziare l'importanza della teoria della sincronicità relativamente al percorso scientifico compiuto da Jung ma anche di analizzare le ripercussioni di tale teoria sulla cultura occidentale moderna.


Il libro esplora diverse angolature:
• come la teoria sulla sincronicità si accordi bene con il modello psicologico complessivo di Jung e qual’è il significato di alcune sue apparenti contraddizioni
• come i personali contesti, intellettuali e sociali, di Jung abbiano avuto particolare rilevanza nello sviluppo di questa teoria
• come lo stesso Jung nei suoi scritti abbia applicato la teoria della sincronicità nei campi della scienza, della religione e della sociologia.
• l’enorme importanza di questa teoria ai fini per la comprensione di quelle forme di religione contemporanea che che possiamo definire non-tradizionali.

Mettendo a fuoco gli scritti e le enunciazioni di Jung, questo libro mostra come la teoria della sincronicità non rappresenti un addendum di scarsa importanza nell’ambito della psicologia analitica ma al contrario occupi un posto centrale rispetto al percorso psicologico globale che ha impegnato Jung durante tutta la sua vita professionale. Questo libro risponde all’esigenza di portare chiarezza su uno dei dogmi centrali nell’ambito dell’apparato teorico sviluppato da Jung e pertanto è certamente un volume di grande interesse non solo per tutti gli psicoanalisti appartenenti alla scuola di psicologia analitica ma anche per tutti gli studiosi che siano interessati ad approfondire il pensiero junghiano.

Ebbene precisare che Jung usò il termine “synchronicity” per significare l'avvenimento casuale di eventi (ed eventi specialmente psichici, come ad esempio pensieri simili in persone che si trovino in luoghi separati oppure l'immagine mentale di un evento inaspettato prima che esso accada) che sembrano correlati ma non possono essere spiegati con i meccanismi convenzionali della causalità.

Questo libro, scrive Roderick Main nella sua introduzione, riguarda una concezione di Jung che presumibilmente rappresenta la sua sfida più potente nei confronti dei principali assunti di ogni corrente culturale e di conseguenza sembra la più difficile da integrare nel pensiero corrente. L'idea di sincronicità, nella sua forma di base, non è difficile da capire. La vita presenta frequentemente delle coincidenze: un sogno o una immagine di pensiero in una persona può rivelarsi uguale a qualcosa che accade nel mondo fisico, senza alcuna possibilità che l’evento mentale e l’accadimento nel mondo esterno abbiano potuto provocare l’uno l'altro. Qualche volta tali coincidenze appaino particolarmente significative in rapporto all’accadimento esperienziale della persona e ciò spinge a chiedersi se si tratti di qualcosa che può essere accaduto al di là della mera coincidenza. Per una loro corretta valutazione, l'esistenza di tale “significative coincidenze”, nella prospettiva di Jung, è necessaria una revisione della prevalente visione del mondo tanto in ambito scientifico e religioso quanto a livello di senso

  MOTYA
Tra Storia, Mito e Leggenda 
di Tommaso Spadaro
©1998 - Rotary Club Marsala

Come afferma Vincenzo Tusa per una completa comprensione di una zone archeologica, specie di fronte a complessi come Mozia o Selinunte, l'archeologia non è sufficiente, è necessario l'ausilio di altri ambiti culturali. Tommaso Spadaro non riporta solamente gli avvenimenti storici riguardanti Mozia, dall'epoca della sua fondazione da parte dei Fenici sino a tempi più recenti,  ma li arricchisce anche con la narrazione dei suoi "eventi" mitologici, se non altro per il fatto che la mitopiesi generata da un luogo e dalla cultura che lo permea, come sottolinea ancora Vincenzo Tusa sono il frutto di una fantasia che però ha anche una notevole valenza anche sugli stessi eventi storici.

  Vita di Gesù
a cura di Antonio Negri
G. V. F. Hegel
Universale Laterza
Roma - Bari  1971
Lo Stagnone di Marsala
di Tommaso Spadaro

Oggi ammiriamo lo splendore, le bellezze naturali, i colori, che lo Stagnone offre al visitatore, e ne restiamo incantati.
Come poteva apparire nel passato? 
Se facciamo qualche passo indietro ci rendiamo conto che esso dal suo formarsi, nella sua lunga esistenza, nel corso dei secoli, ha avuto una particolare evoluzione, a causa della continua erosione del mare e dell'azione dei fiumi, molti oggi scomparsi.
Immaginiamo il tempo in cui le isole Egadi erano attaccate alla terraferma. e il successivo distacco, immaginiamo  ancora lo sbriciolarsi della terra in parte assorbita dal mare e in parte riemersa in più punti, tanto da formare isole, isolette, scogli e, tutti insieme, una lunga barriera, e chiudere, così, una gran de estensione di mare ...


Immagine dello Stagnone (Foto di Irene Parinello)

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